E facciamole due derapate no???? :-)
#21
eh eh eh autocross! Big Grin

ora è chiaro perchè l'auto nelle immagini era cosi zozza
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#22
Sì effettivamente il tracciato, bagnato nel pomeriggio, a mio modestissimo parere sembrava più adatto ad un corso rally; alcuni punti lucidi come ghiaccio ed altri addirittura solcati.
Però mi son divertito ugualmente. Nel video successivo dove volevo strafare, con W De Angelis quale istruttore, stavo cominciando a ricordarmi che ero lì per tenere l'auto di traverso, il più possibile.Smile
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#23
Ho visto adesso il video mi piace bravo Lorenzo


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Smile Mrgreen
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#24
Perchè l'auto parla a chi sa ascoltarla.
Non basta quindi agire sui comandi e dare ordini alla nostra auto: la buona guida scaturisce solo dal dialogo con lei.

Siegfried Stohr
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#25
Da pilota sono stato aggressivo nei duelli, ma nella guida ero leggero e pulito, cercando di far scivolare via l’auto leggera sull’asfalto: ho sempre interpretato così la velocità, cercando la leggerezza nel dialogo e nella massima armonia con l’automobile.

Così è per la guida: l’auto non va mai costretta a fare la curva, va solo aiutata a sprigionare tutte le sue potenzialità.

Siegfried Stohr
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#26
“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto solo una vita: la propria.
Chi legge avrà vissuto 5000 anni perché la lettura è una immortalità all’indietro”.
Umberto Eco


Se la vita non si può “allungare”, si può però “allargare” e a questo servono certe letture.
Di Umberto Eco conoscevo il “Trattato di semiotica generale” del 1975, un mattone pesante che ho invano cercato di leggere occupandomi, all’epoca, di studi linguistici.
Tre anni dopo mia zia Fiammetta mi regalò “il nome della rosa” del quale ricordo bene due concetti.
Il primo è che chi ha paura dei libri (anche di quelli che disapprova o ritiene sbagliati) e li brucia, è un uomo debole e a lungo andare perdente. Non ha futuro o lo ha nella tenebra del pensiero: quello è nel libro il destino di padre Jorge.
Il secondo è la bella discussione fra frate Guglielmo e il temuto Jorge sul ridere, per la quale Eco ha anche ripreso alcuni concetti dal libro dell’ex monaco Erasmo “Elogio della pazzia”.
Infine il finale del libro con quella frase in latino mi ha sempre incuriosito e certo, io non l’ho mai capita.
“Nomina nuda tenemus”: ci dice che noi possediamo soltanto i nomi delle cose ma, applicata al mio campo, mi fa pensare alle tante parole tecniche che sento snocciolare nei bar sport nelle discussioni sulla guida.
Per me nella guida quello che conta non sono i nomi, ma il saper fare.
I paroloni roboanti usati per definire cose semplici, nascondono solo spesso l’incapacità del fare.
Ma è vero che per ricordare le gesta di Nuvolari ci restano solo i nomi, e le parole.

Siegfried Stohr


Questa volta ho inteso riportare tutto il pensiero del buon Siegfried non solamente alcuni estratti come in precedenza. Il tutto in primo luogo perchè il pensiero di Umberto Eco riportato dall'ex pilota, vale da solo tutto, ma anche per tutto l'insieme dello scritto ed anche perchè "chiamato in causa" direttamente (e sempre immeritatamente, ovvio)Smile Mrgreen
(mi riferisco al mio nick)
Grazie per l'attenzione.
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